martedì 14 aprile 2020

Querelle a fondo perso

Leggo dalle ultime notizie che i colleghi di Rete Civica rilanciano l'idea del fondo perso alle imprese calcolato a partire dalle perdite sul fatturato. Tutto giusto, tutto vero. Ma come ho già avuto modo di chiedere ai colleghi in Seconda Commissione vorrei capire che calcoli si sono fatti per evitare di dare oggi false aspettative alle imprese (e non soltanto).

La cosa peggiore che, tra le tante, può oggi fare la politica è dare false aspettative a chi la crisi la sta subendo pesantemente. Capisco la critica al ricorso a nuovo indebitamento (ma ditemi voi, cosa sia meglio tra un finanziamento a 10 anni a tasso dello 0,1% e quello che propone lo Stato con il Decreto liquidità). Pensiamo però davvero che promettere oggi soldi a pioggia domani sia la scelta giusta.

Sono pienamente d'accordo ad aiutare (anche a fondo perso) queste realtà che con tutta probabilità dovranno adattare i loro locali e le loro attività alle regole ed alle necessità della riapertura, ma non mi trovo d'accordo con proposte che non sono supportate da una reale valutazione di fattibilità e realizzabilità. Chi deciderà di chiudere (o ne sarà obbligato, purtroppo) lo farà al di là del fondo perso che in quel caso sarebbe sì concretamente "perso".

Sicuramente è interessante la misura proposta dal Canton Valais, peccato però che la Confederazione Elvetica ad oggi abbia un sistema regolamentare ben diverso (fortuna per loro!) da quello a cui siamo soggetti noi altri (vedi in primis la tematica degli aiuti di stato)

In sintesi, come ho già avuto modo di dire, questa mia posizione non è contraria agli aiuti alle imprese (non diciamo fesserie!), bensì è contraria a pensare di distribuire a pioggia risorse preziose che, invece, avrebbero iniettate con raziocinio nei settori più colpiti da questa crisi. 

Sui numeri poi faccio due calcoli semplici sulla base di quelli forniti da Rete Civica ovvero se ci sono 10.500 micro imprese che hanno perso si e no 200mln di fatturato, il contributo a fondo perso al 40% della perdita corrisponderebbe a 80mln di euro (corrispondenti a 7.620 euro a testa)

Ecco che il nostro assestamento, posto il fatto che occorrerà capire se tutto l'assestamento potrà essere utilizzato a tal scopo (la formulazione dell'art. 109 del Cura Italia dobbiamo vedere come verrà convertita in legge), finisce per essere distribuito a pioggia tra chi ne riceverà troppo, chi troppo poco e chi nulla. Ad oggi ulteriori numeri non sono stati dati, vedremo nei prossimi giorni cosa succederà!

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